LE PAROLE, I GIORNI
Le parole della scienza, la scienza delle parole ♦http://www.leparoleigiorni.it/

Su misura

Elena Barbieri

Piacere

Piacere a se stessi

Agli altri

Rispondere alle esigenze

Ai sogni alle idee

Alle aspettative.

Ma quali?

Ma di chi?

Alle proprie

O a quelle altrui?

A queste domande cercano di rispondere i protagonisti di questo romanzo, costruito come un delicato intreccio di storie intime personali e profonde. Persone e personaggi che si fondono, si confrontano, si scontrano, ognuno alla ricerca della propria dimensione verso se stessi e gli altri.


Sangue seppia

Alessio Rosati

“Vago in questa valle dei bisogni, affetto da malinconia, decido di mangiare un boccone, poi mi siedo al piccolo sole della mia scrivania, inizio a disegnare come un ossesso, fino al mattino dopo. Fogli accatastati si posano sotto i miei occhi. Sono stanco. Rifletto portando lo sguardo al vetro appannato di un indeciso cambio di stagione.

Poso le mani sulla carta e mi oriento spostando i tanti pezzi macchiati di un inchiostro sofferente.

“Adesso manchi solo tu” penso.

Penso che la mia mano non riesce a farti viva, solo poesia vuota, spirito vagante senza volto, ricoperto di cose nella mia mente di china. La follia porta al palazzo della saggezza e le mie vene ora perdono fiotti densi di sangue nero, mi mancavi, ma ora sono con te, inciso su carta di pelle, adesso ti vedo, e sei bellissima”.

Racconto visionario claustrofobico metafisico romantico.


Lo smalto di Giosuè

Livi Asia

Giosuè era un uomo alquanto misterioso. Girando silenziosamente per i bui vicoli di Trist Valley aiutava le donne a pitturare le unghie. Colorandola d’un nero scuro, esse si ingrandivano divenendo il proprio vestito. Spesso il vestito era troppo largo e le faceva ingrandire finché esse non riuscissero più a liberarsene.

Quando invece era troppo stretto le soffocava.

Ma questo accadeva solo alle donne che a Giosuè piacevano poco.

Pur essendo ricercato cercherà di usare lo smalto il più possibile.


Il complesso di Enrico

Simonetta Bencini

Enrico, trent’anni, vive ancora con la madre con la quale ha un rapporto speciale; si innamora di Livia, neolaureata in psicologia. La loro storia all’inizio funziona se non fosse che Livia, malata della sua professione, scava troppo a fondo e finisce per cucire addosso ad Enrico una spietata analisi psicologica che finirà per compromettere il loro rapporto.

Enrico, trent’anni, vive ancora con la madre con la quale ha un rapporto speciale; si che Livia, malata della sua professione, scava troppo a fondo e finisce per cucire addosso ad Enrico una spietata analisi psicologica che finirà per compromettere il loro rapporto.

Una storia d’amore come tante, la morbosa gelosia materna, la difficoltà di liberarsi di vecchie ruggini , sono gli ingredienti di questo romanzo che si svolge nella luminosa Siena.


E, tranne la memoria, tutto

Gloria Mugelli

Nei suoi diari Giorgio parla sempre di me. Di quando ho lavorato in un circo, di quando ho pubblicato un libro giallo, di quando mi sono innamorata di un attore del cinema, della volta che mi sono sposata con un uomo così piccolo che sembrava un bambino, di quando ho ricevuto una telefonata importante e di quando ho mangiato troppe fragole e sono stata male, i quando ho speso tutti i miei soldi in scarpe e di quella volta che ho raccontato così tante bugie da non sapere più quale verità cercavo di nascondere.

Adesso che Giorgio non c’è più ad osservarmi e raccontarmi, e che l’età rende sfuocati i contorni della memoria è difficile distinguere ciò che è accaduto da ciò che Giorgio ha inventato. E la mia storia è ogni volta una storia nuova.


Un disegno ancora

Martina Bisogni

Non riusciva a darsi pace, continuava a disegnarla ovunque, terrorizzato dall’idea di poter dimenticare anche un solo contorno, una sfumatura d’espressione. Pazientemente ne ridisegnava le forme, rifacendosi solo a  quello squarcio di ricordo di quel giorno d’estate, quando si era trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Doveva disegnarla ogni giorno, solo ricordandola così, avrebbe impedito che qualcun altro cancellasse lui dal dipinto del mondo, rendendolo una semplice illusione, un fumetto, costretto a dire quello che qualcun altro sceglie di fargli dire. Quella minaccia gli gelava il sangue e la sua mano scossa da quel brivido si apprestava a disegnare ancora.

Il bianco e il nero della copertina e il tratto tremulo del disegno mi hanno ispirato una trama per una sorta di giallo-fantastico.


Dalla tela alla realtà

Filippo Masi

“(…) Un brivido. Mi alzai di scatto dal letto e passandomi una mano sulla fronte mi accorsi di aver sudato sebbene un gelido venticello notturno oltrepassasse  i muri. Quel sogno….Me l’ero trovata davanti, voleva che la seguissi. Mi voltai allora istintivamente verso il quadro: lei era  là. Aveva lo sguardo fisso

Su di e come se volesse attrarmi a sé. Era cambiato qualcosa dalla sera in cui avevo terminato il mio capolavoro, forse nella sua postura, nel suo collo, nelle sue labbra….o forse ero io quello a guardarla in un modo nuovo. Mi decisi: avrei nascosto il quadro in soffitta. Non avrei avuto più problemi smettendo di fissare quella tela ogni giorno (….)

Una tela capace di realizzare i desideri dell’uomo che vi dipinge. Così come questo libro ha lo scopo di far trasformare in realtà questa storia.





il backstage

illustrazione di Beppe Giacobbe

17/18 Aprile 2009, Poggibonsi